Neuromarketing: come sfruttare la scienza del cervello nel business digitale

20 Ott 2025 | Senza categoria

L’azienda è ferma alle vecchie strategie? Scopri il Neuromarketing: come sfruttare la scienza del cervello nel business digitale aumentando i guadagni

Neuromarketing

Neuromarketing: come sfruttare la scienza del cervello nel business digitale

Neuromarketing cos’è: definizione e fondamenti della scienza che studia il comportamento del consumatore

I brand più avanzati sfruttano il Neuromarketing per comunicare con i consumatori. Colossi come Ferrero, Amazon, ma anche marchi minori, ingaggiano esperti di psicologia della comunicazione e neuromarketing per le campagne. Molti si chiedono il neuromarketing cos’è veramente: uno strumento avanzato di vendita o solo una manipolazione? Per il neuromarketing, infatti, l’etica e la privacy sono due fattori da considerare seriamente. Il termine fu inventato nel 2002 dallo studioso olandese Ale Smidts; sfrutta sofisticati strumenti che analizzano il cervello umano, utili alle aziende per scoprire in anticipo come si comporta il consumatore. Questo fa capire quanto un’Agenzia Marketing seria e competente debba stare attenta nelle campagne. Il rischio, infatti, è quello di oltrepassare i limiti, condizionando le persone. Gli studi sul cervello umano della neuroscienza servono proprio a svelare meccanismi inconsci. Ma solo per migliorare le performance aziendali, la comunicazione e le vendite. Tutto parte da una scoperta: più del 90% delle scelte di un essere umano sono irrazionali. La branca della psicologia e della sociologia chiamata neuroscienza, studiando la cognizione di un sistema pensante, ci fa conoscere come funziona la mente. Ne caso del consumatore, prevede e guida il suo comportamento e il processo decisionale che lo porta all’acquisto. L’applicazione si basa sul fatto che il nostro cervello contiene tre aree connesse tra loro: l’area rettile, che è la più diffidente, da tranquillizzare per ottenere fiducia.  La parte limbica delle emozioni, che si fa suggestionare.  Infine, la neocorteccia che ragiona, facendo scelte sbagliate quando ha poco tempo. Riassumendo: se il marketing si occupa di vendita di prodotti e  servizi, sia online sia offline, il neuromarketing trasforma un potenziale acquirente in cliente. Ecco le applicazioni del metodo alle attività online.

Neuromarketing

neuromarketing cos’è: definizione e fondamenti della scienza che studia il comportamento del consumatore

Neuromarketing: applicazioni web e digitali più innovative ed efficaci

Riassumendo cos’è il neuromarketing, possiamo affermare che studia le scelte di acquisto dettate da emozioni e istinto prima ancora di pensare al budget. Le sensazioni diventano così la base per ottenere clientela soddisfatta. Il Neuromarketing accompagna il cliente lungo tutta la Customer Experience, sia offline, sia online. Perché oggi la  comunicazione avviene soprattutto con lo Smartphone, in qualunque luogo e momento;  il cliente subisce molti stimoli e distrazioni continue. Va accompagnato nel processo di acquisto, attuando il Buyer’s Journey. Questo ‘viaggio’ verso il consumo parte dalla awerness, cioè la consapevolezza del bisogno. La fase successiva è la Consideration, dove i clienti acquisiscono le info utili per la scelta. La chiusura avviene con la Decision, cioè l’acquisto del prodotto. In questo tragitto, quasi tutto avviene nel segno dell’irrazionalità. Occhio: nella vendita online manca il rapporto umano diretto e il controllo del neuromarketing è più difficile. La tecnologia, però, è un’alleata dell’azienda: facilita la profilazione del cliente scoprendo quando è il momento migliore per interagire. Nel digital e nel web i brand parlano ai sensi  con spot emotivi. Oltre al  logo, l’azienda deve ingaggiare una web agency che faccia “sentire” il marchio. Stando attenta a non fare autogol: in social come Facebook e Twitter gli utenti possono anche distruggere il prodotto con recensioni negative! Il neuromarketing è prezioso anche nel web design. Un focus merita l’eye tracking neuromarketing: monitora i movimenti delle pupille di chi osserva un sito web, o una pubblicità. Identificando cose che attirano lo sguardo. Una buona mossa è ottimizzare il layout e i contenuti del web site sfruttando questo sistema. L’eye tracking aiuta le aziende a perfezionare le landing page, stimolando i tassi di conversione da semplice visitatore a cliente. Continua a leggere come integrare il neuromarketing in una strategia aziendale complessiva.

Neuromarketing

neuromarketing: applicazioni web e digitali più innovative ed efficaci

Consulenza neuromarketing: come integrare i risultati nella strategia aziendale complessiva

Hai capito che nel branding moderno non basta avere un logo accattivante: serve un’identità aziendale che attivi emozioni ed esperienze memorabili. Nel neuromarketing casi aziendali di tutto rispetto fanno continuamente leva su emozioni nascoste nell’inconscio. Per esempio, associando un prodotto a emozioni positive il brand viene ricordato meglio. Nella Strategia di Marketing tradizionale si devono inserire elementi di neuromarketing, come contenuti ottimizzati, storytelling ed esperienze. Nel mondo digital il neuromarketing sfrutta la SEO, il web design e la user experience.  Facendo una  ricerca online, l’utente viene guidato dal subconscio: il neuromarketing si basa su  fattori che lo aiutano a fare le sue scelte.  Il  copywriting con la  scrittura persuasiva costruisce una landing page emotiva. Per l’engagement neurologico sono d’aiuto colori, strutture visive, immagini, pulsanti di call-to-action. Ma per non commettere errori in questa fase, meglio selezionare un partner all’altezza del proprio business: ecco i criteri da seguire.

Neuromarketing

consulenza neuromarketing: come integrare i risultati nella strategia aziendale complessiva

Aziende neuromarketing: criteri per selezionare il partner ideale per il proprio business

Hai bisogno di una Campagna pubblicitaria moderna, cerchi una consulenza neuromarketing all’altezza. Ma quali sono i criteri per selezionare quella ideale? In generale i consulenti di marketing devono avere nuove prospettive, essere competenti in discipline combinate a esperienza. Per prima cosa devono fare un’analisi qualitativa su un campione di persone, utilizzando gli strumenti neuroscientifici. Nel team devono esserci le figure del digital strategist, psicologi, esperti di web, grafica, copy e giornalisti. Un occhio speciale va alla gestione della privacy: applicando le tecniche senza consenso o trasparenza, si rischia di violarla. Bisogna rispettare codici etici e normative che proteggono i dati raccolti. Infine, il neuromarketing non deve sconfinare nella manipolazione: l’obiettivo è sfruttare le scoperte neuroscientifiche per migliorare l’esperienza del consumatore. Una buona web agency non sfrutta certo la vulnerabilità dell’utente, distruggendo la fiducia nel brand.

Conclusioni

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